Era un mattino come tanti, mi trovavo nel mio studio di fisioterapia quando il telefono squillò.
Seguirà una conversazione quasi surreale che ti riporto (cambiando il nome del paziente) qui sotto.
L —> Laura
P —> Paziente
L) Fisioterapista Laura Barbetta, buongiorno! Rispondo alzando il telefono.
P) Ciao Laura, sono Michele.
Io in quel periodo stavo trattando un paziente di nome Michele, la voce mi sembrò proprio la sua, quindi iniziai a conversarci, ignara di di quello che stava per accadere.
P) Sai Laura, ti volevo chiedere una cosa…
L) Dimmi Michele, come posso esserti utile?
P) Ti volevo chiedere dove si compra quell’olio eccezionale che usi, perché mia moglie è un po’ acciaccata e credo possa fare al caso suo.
A quel punto, mi resi conto che Michele non era lo stesso Michele che pensavo fosse. Allora cercai di capire se si trattava di uno scherzo…
L) L’olio? In che senso vuoi l’olio per tua moglie?
P) L’olio che usi tu. È davvero buonissimo per guarire le persone.
Cominciai a capire di cosa stesse parlando, ma per esserne certa gli chiesi come sapeva del fatto che uso questo “olio dei miracoli”.
P) Ti ricordi quando, qualche anno fa, venivi la domenica mattina al campo sportivo e preparavi i giocatori prima dell’inizio della partita di calcio? Ecco, sono stati i ragazzi a parlarmi di quest’olio fantastico che, a detta loro, li faceva “volare in campo”.
Mi fu tutto chiaro. La colpa di questa incomprensione non era di Michele, ne tanto meno dei ragazzi. Purtroppo, c’è ancora molta disinformazione quando si parla di riabilitazione.
L) Michele, lascia che ti spieghi. L’olio che utilizzo è un normalissimo olio neutro per massaggi. Niente più che un normalissimo olio neutro per massaggi.
P) Ma i ragazzi mi hanno detto che dopo quei massaggi si sentivano leggeri, riuscivano a correre il doppio e sentivano di fare meno fatica!
L) L’olio non ha alcun effetto curativo. La loro sensazione di benessere era data da altri fattori. Tra i quali: i miei quasi venti anni di esperienza come Fisioterapista, la mia conoscenza dell’anatomia, il mio saper trovare eventuali contratture, o altre piccole disfunzioni sulle quali operare utilizzando tecniche apprese in anni di manipolazioni su migliaia di pazienti.
Seguì un breve silenzio. Credo che Michele in quel momento realizzò che c’era stato un problema di consapevolezza del mio lavoro e della mia professione.
P) Ah!
L) Tranquillo Michele, non sentirti in imbarazzo. Se vuoi portarmi tua moglie per una valutazione della sua problematica, la visiterò volentieri e gratuitamente. Stamattina sei riuscito a strapparmi un sorriso!
P) Ok Laura, grazie. Riferirò tutto a mia moglie e le dirò di chiamarti per prendere un appuntamento.